Real-Barcellona: antagonismo iconico, che resiste alle intemperie della crisi

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Spagna. C’era una volta il campionato più bello del mondo. Quello che ha acceso una rivalità, sportivamente parlando, tra le più infiammate di sempre, che ha regalato momenti intensi e vibranti a tutti gli amanti dello sport più famoso del mondo. Quello al quale guardava tutto il mondo, in grado di tenere incollati allo schermo milioni di persone anche in un freddo fine novembre, giorno in cui il “guardiolismo” annichilì il “mourinhismo”. 

L’antagonismo tra Barcellona e Real Madrid, per quanto ovvio, ha radici secolari, si è sempre mantenuto elevato e serrato in qualsiasi epoca, ma raggiunse il suo apice nel biennio in cui Guardiola, sponda blaugrana, e Mourinho, sponda blancos, si trovarono faccia a faccia in Liga, alla guida delle due squadre che, un decennio fa, contavano sui servigi dei migliori calciatori del mondo, spesso profumatamente pagati. 

Pep vs Mou, Leo vs Cr7: quando Real-Barça era l’ombelico del mondo

Due anni di scontri, in campo e sui mass media, in cui Pep e Josè non si sono certo risparmiati. Ed hanno scritto pagine di calcio che, probabilmente, difficilmente rivivremo. Barcellona e Real Madrid erano l’ombelico del mondo calcistico, il centro di gravità permanente della Dea Eupalla. 

Nelle cui fila militavano, all’apice della loro forza e bellezza, i due calciatori che hanno segnato la storia di questo sport negli ultimi quindici anni e, non appena appesi gli scarpini al chiodo, diventeranno leggenda: Messi e Cristiano Ronaldo. Guardiola vs Mourinho. Messi vs Cristiano Ronaldo. Difficile comparare epoche diverse, ma quel biennio della Liga raggiunse vette iconiche come mai nella storia ultra-secolare del calcio. 

Il bilancio, perlomeno, in campionato fu pari: il primo anno, segnato da quella famosa manita poc’anzi citata del 29 novembre 2010, vinse il titolo il Barça di Pep e Leo, mentre quello successivo, con l’epica vittoria al Camp Nou in cui CR7 zittì il popolo blaugrana, trionfò il Real Madrid chiudendo a 100 punti. 

La crisi e la perdita di competitività dopo gli addii delle icone dell’epoca d’oro

Il bilancio finale, però, arrise a Guardiola e Messi: in Champions, infatti, i blaugrana vinsero il torneo nel 2011 dopo aver eliminato il Real in semifinale, mentre l’anno successivo, contro pronostico, entrambe furono estromesse in semifinale da Chelsea (Barcellona) e Bayern Monaco (Real Madrid). Addio, quindi, ad una finale che, probabilmente, sarebbe stata la più gradita, mass mediaticamente parlando, per gli appassionati “neutrali”. 

Sono passati dieci anni. Ma sembrano passati secoli. Real Madrid e Barcellona restano sempre due club dal blasone e dall’appeal intramontabili, la realtà, però, dice che i debiti accumulati da entrambe, in particolar modo i catalani, impongono ristrettezze finanziarie e l’addio di alcuni simboli di quell’epoca: dopo CR7, che si appresta a vivere la quarta stagione lontano da Madrid, anche Messi ha salutato la Liga. 

E se a questo aggiungiamo anche gli addii alla camiseta blanca, tutt’altro che indolori, di Sergio Ramos e Varane, si comprende ancor meglio come le sterline della Premier o i petroldollari all’ombra della Tour Eiffel abbiano impoverito – a livello squisitamente tecnico –  i due club che, nel bene o nel male, hanno dominato la scena sino a pochi anni fa. 

Il ritorno di Ancelotti a Valdebebas, mentre il Barça sogna la resurrezione de “le petit diable”

Gli appassionati di football internazionale, però, hanno svariati motivi per guardare il campionato spagnolo, che verrà seguito con dovizia di particolari dalle migliori testate giornalistiche sportive presenti sul web: maggiori informazioni sul calcio estero le puoi trovare anche qui, alimentando la passione sconfinata per il calcio a 360°, approfondendo ciò che accade al di fuori dello Stivale

Bisognerà valutare, innanzitutto, se l’Atletico Madrid riuscirà a confermarsi in vetta al campionato, riuscendo a centrare una doppietta che, in casa colchonera, manca dall’immediato dopoguerra. E se il Barcellona saprà risorgere dopo l’addio della sua icona affidandosi a Griezmann, che, paradossalmente, potrebbe tornare all’antico splendore liberatosi dall’ombra ingombrante della Pulce

In Italia, tuttavia, molti appassionati guarderanno in casa Real Madrid, dov’è tornato Carletto Ancelotti. Un’inattesa “seconda chance” per il tecnico di Reggiolo, che negli ultimi anni era uscito dal circuito dei top club europei. E che secondo alcuni appassionati, certamente poco teneri nei confronti dell’ex tecnico del Milan, sarebbe la testimonianza tangibile delle ambizioni ridotte del Real Madrid. A Carletto, l’uomo della Decima, spetterà il compito di metterli a tacere.